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Doping nel calcio, parla Castellacci

Doping nel calcio, parla Castellacci: «In passato medici sportivi erano amici dei presidenti. Urgono ricerche sui troppi casi di Sla» – L’INTERVISTA
Dopo le denunce e i timori di ex calciatori sulle sostanze assunte negli anni ’80 e ’90 parla a Open il presidente dell’Associazione Italiana Medici del Libera Associazione Medici Italiani del Calcio
Malattia e farmaci somministrati. Un’associazione semplice che nella maggior parte dei casi rimanda all’intervento sicuro ed efficace della medicina sul corpo umano, in tutte quelle difficili situazioni in cui parti importanti del nostro organismo smettono di funzionare come dovrebbero, e i traguardi della scienza si rivelano spesso possibilità salvifiche. Ma è nel mondo dello sport agonistico, e in particolare quello del calcio, che l’equazione potrebbe essersi ribaltata, partendo dalla routine di un consumo spesso eccessivo di farmaci e trovando nei casi peggiori la deriva di patologie potenzialmente letali. È questa la questione che sempre più ex atleti continuano a porsi, tornando con la memoria dentro gli spogliatoi delle squadre prestigiose in cui hanno giocato, dove un uso massiccio e incontrollato di farmaci (legali) «per per formare meglio» era all’ordine del giorno. Non è passato molto tempo prima che quegli stessi medicinali venissero inseriti nell’elenco proibito delle sostanze dopanti. Anni ancora dopo, gli ex atleti che oggi nutrono non pochi dubbi e timori, hanno visto colleghi e amici andarsene, dopo periodi di grande sofferenza passati a voler guarire da tumori e malattie neurodegenerative. Dopo la testimonianza rilasciata a Open dell’ex portiere di serie A Lamberto Boranga, è uno dei medici sportivi più prestigiosi del calcio italiano a parlare della questione. Enrico Castellacci, specializzato in Medicina dello Sport e in Ortopedia e Traumatologia, presidente dell’Associazione Italiana Medici del Calcio, docente presso l’Università Foro Italico di Roma, è stato medico sportivo della Lucchese, dell’Empoli e ancora della Juventus, nonché parte della spedizione della Nazionale di Marcello Lippi, in un 2006 che consacrò gli azzurri campioni del mondo.
Dottor Castellacci, le morti di Gianluca Vialli e di Siniša Mihajlović hanno riaperto una ferita profonda nel calcio degli anni passati che ancora non trova risposte. Da medico che idea si è fatto?
«Partiamo dal presupposto che questo è un momento emozionalmente molto forte. La perdita di due personaggi così amati ha inevitabilmente colpito. Questo crea una suggestione non indifferente sul possibile collegamento tra le morti a cui assistiamo e l’utilizzo di farmaci di cui gli ex atleti hanno memoria. Le preoccupazioni in questo senso ci sono da sempre e ciclicamente vengono riproposte: quello che è necessario fare ora è uscire dalla bolla emozionale in cui tutti siamo sprofondati per renderci conto di un fatto oggettivo: non esistono ad oggi prove scientifiche che confermino un reale collegamento tra i farmaci di cui parlano gli atleti e i tumori. Questo dobbiamo ribadirlo per onestà intellettuale. È altrettanto chiaro che l’abuso di qualsiasi farmaco è sempre un grosso rischio in sé e questo non sarebbe giusto sottovalutarlo».
A proposito di abuso, Boranga e gli altri hanno raccontato di un sovradosaggio molto frequente a cui si usava ricorrere per avere maggiore resistenza e concentrazione. Che medicina sportiva era quella degli anni ’80 e ’90?
«Una medicina dello sport molto diversa da quella di adesso, mi permetta di dire anche a livello culturale. La classe medica è totalmente cambiata. Prima i medici delle squadre erano certamente di professione ma spesso erano anche amici di presidenti e frutto di conoscenze varie. Oggi i medici scelti devono necessariamente avere la specializzazione in medicina dello sport, vengono presi con criteri di scientificità e professionalità intensi».
La scelta di medici “amici” poteva aiutare a raggiungere certi obiettivi di performance da parte delle società con la mancanza del controllo di cui molti ex atleti oggi parlano?
«Quello che voglio ricordare è che si sta parlando di farmaci che all’epoca erano assolutamente legali. E che solo dopo sono entrati nella lista delle sostanze dopanti. Un medico che a quel tempo prescriveva farmaci lo faceva nel pieno della legittimità della sua azione terapeutica. Dopodiché è anche chiaro che un altro elemento molto presente nell’ambiente calcistico di quei tempi era la pressione. Un pressing psicologico che le società esercitavano sulla squadra e sul medico, chiamato a far giocare il più possibile il calciatore».
Da qui l’abitudine delle società di chiedere “aiutini” ai medici per «calciatori un po’ spenti» di cui parla lo stesso Boranga?
«Sì ma stiamo parlando di tutti elementi che, seppur parti importanti di una realtà, non avrebbero giustificato l’abuso farmacologico. Da presidente dei medici del calcio mi sento di dire che i medici che prescrivevano questi farmaci lo facevano con la ferma coscienza di non poter creare delle problematiche».
Ma allora di chi è la reale responsabilità sul sistema dei sovradosaggi? Nei racconti degli ex calciatori anche il mea culpa per aver preso spesso di loro spontanea volontà una quantità di farmaci non corrispondente a quello prescritta
«Non credo sia possibile fare una classifica. Dagli atleti ci può essere stata l’intenzione di esasperare la terapia medica per il desiderio di rientrare subito in campo o per essere più performanti. La loro attenzione e conoscenza su ciò che prendevano era molto bassa. Resta il fatto però che se un medico è convinto che il farmaco in over dose faccia male deve controllare e impedire. Il giocatore, molto probabilmente senza informarsi, chiedeva lui stesso di prenderne di più, come è stato raccontato. Dopodiché non dimentichiamoci che ogni atleta è sotto il controllo medico. Se le colpe ci sono, sono dell’intero sistema. Anche qui non posso non ricordare che attualmente porteremmo a processo un meccanismo la cui pericolosità non è scientificamente provata».
Tra i nomi di farmaci più citati c’è quello del Micoren. Che idea si è fatto sul possibile collegamento con i tumori?
«La questione del Micoren ha sempre fatto impressione: non è facile venire a sapere che uno dei farmaci che hai usato di più da quel momento è considerato sostanza dopante. Da medico posso dire che ho forti dubbi sul fatto che dosi relative di Micoren possano aver avuto un reale effetto nocivo. Il sovradosaggio è un altro discorso e non si può escludere che ci sia stato. Ma soprattutto sul collegamento con i tumori io andrei molto cauto. Rispetto alla Sla, per esempio, c’è molta meno evidenza sul piano oncologico. Questo però non vuol dire che la riflessione non debba essere fatta. Ho apprezzato quello che hanno detto Boranga, Tardelli e gli altri. Hanno posto delle riflessioni essenziali a livello medico: la ricerca oggi ha il dovere di approfondire».
Se arrivassero domani dei fondi per la ricerca sul collegamento tra doping e malattie nel calcio, cosa sarebbe più urgente verificare?
«Sul piano delle priorità direi senza dubbio la questione Sla. Con una percentuale di incidenza molto più allarmante tra gli atleti rispetto ai tumori, che invece non presentano nei giocatori una percentuale di presenza maggiore. Per la Sla sì ed è dimostrato. La riflessione urgente quindi dovrebbe essere fatta sulla frequenza molto più alta di questa malattia neurodegenerativa tra gli ex calciatori. Un’esigenza che riporta alla mente anche quello che è valso per il football americano e i traumi cranici: gli studi hanno provato che continue commozioni cerebrali potevano portare a un’alterazione neurodegenerativa. Dobbiamo anche noi andare in questa direzione e approfondire come non è ancora stato mai fatto».
Sulla Sla l’abuso di antinfiammatori sembra essere una delle ipotesi di collegamento più accreditate.
«È una possibilità. Ma l’abuso di antinfiammatori fa male a qualunque persona, qualsiasi professione faccia. È ancora troppo poco quello che sappiamo. Credo si abbia il dovere di andare avanti».
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Il calcio italiano contro la discriminazione razziale, tutti in campo uniti dagli stessi colori

l calcio italiano rinnova il suo impegno contro la discriminazione razziale. La Federazione Italiana Giuoco Calcio, i suoi Settori, le sue Divisioni e tutte le componenti federali inviano un messaggio univoco in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale: dopo il successo dello scorso anno, la squadra del calcio italiano al completo scende di nuovo in campo con la campagna #UnitiDagliStessiColori. Un progetto di sensibilizzazione che verrà declinato in diverse forme e che è promosso in continuità con quanto discusso nel tavolo permanente di lavoro sull’antidiscriminazione istituito in FIGC nel febbraio 2022.

“Mai più razzismo – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – non ci dobbiamo stancare di ripeterlo, affinché la nostra società civile e il mondo dello sport, del calcio in particolare, si possa finalmente liberare da qualsiasi forma di discriminazione. Ogni insulto e ogni violenza rappresentano una ferita dolorosa inferta al cuore della nostra Comunità. Insieme a tutti gli stakeholders del calcio, che ringrazio per la sensibilità, promuoviamo i valori di amicizia, di accoglienza e di gioia che rappresentano la profonda identità del gioco del calcio”

Leghe (Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti), Componenti Tecniche (Assocalciatori e Associazione Italiana Allenatori di Calcio), Associazione Italiana Arbitri, Settori (Settore Giovanile e Scolastico e Settore Tecnico) e Divisioni (Divisione Calcio Femminile e Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale) divulgheranno i messaggi associati alla campagna sui loro canali digital e attraverso piani di comunicazione mirati, a partire da quelli della FIGC e degli Azzurri.

Nel fine settimana di campionato dell’8 aprile gli striscioni #UnitiDagliStessiColori saranno esposti sui campi di A, B e C maschile, mentre i direttori di gara vestiranno la t-shirt della campagna. Nei week-end del 25-26 marzo e del 1-2 aprile si mobiliterà anche la grande famiglia del calcio dilettantistico. La Divisione Calcio Femminile esporrà lo striscione in occasione della gara Inter-Juventus del 25 marzo e anche in questo caso la quaterna arbitrale indosserà la t-shirt durante l’ingresso in campo delle squadre, mentre la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale diffonderà la campagna il 25 marzo (6ª giornata Lombardia a Milano e 5ª giornata Piemonte-Valle D’Aosta a Savona) e anche il 1° aprile (gare del Veneto) a Verona. Il testo relativo alla campagna antidiscriminazione verrà letto anche prima dell’inizio delle gare dei campionati nazionali Under 17 Serie A e B, Under 17 e Under 15 Serie C in programma il prossimo weekend (totale di 80 gare). Lo stesso avverrà, per quanto riguarda i campionati della Lega Nazionale Dilettanti, nel weekend del 25 e 26 marzo (compresi anticipi e posticipi) per i campionati di Serie C femminile, per i campionati nazionali di calcio a 5 maschili e femminili e per tutti i campionati regionali e provinciali di calcio a 11 e calcio a 5 maschili e femminili, e nel weekend del 1° e del 2 aprile per il campionato maschile di Serie D.

La campagna – Attraverso l’utilizzo della quadricromia dei colori CMYK (ciano, magenta, giallo e nero), il concept #UnitiDagliStessiColori, ideato dall’agenzia Independent Ideas (Publicis Groupe), racconta le diverse etnie da un nuovo punto di vista originale: contro le logiche irrazionali della discriminazione, la campagna si avvale dei colori primari dimostrando come ogni tipo di pelle abbia la stessa origine e, di fatto, sia la combinazione degli stessi colori. Il progetto vede come partner istituzionale UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri) ed è stato realizzato con il contributo UEFA HatTrick FSR (Football and Social Responsibility).

fonte : FIGC

Il Dr. Giuseppe STILLO (LAMICA) : – Il ritorno in Serie B è anche il risultato di un lavoro sinergico all’interno dello staff medico e tecnico –

Dr. Giuseppe STILLO (LAMICA) : -Il ritorno in serie B è anche il risultato di un lavoro sinergico all’interno dello staff medico e tecnico.-
✅ L’US Catanzaro 1929 entra nella storia e conquista la promozione in serie B con cinque giornate d’anticipo. Un ritorno atteso dalla stagione 2004 -2005.
Un plauso va alla società , allo staff tecnico allo staff medico dove il Medico Sociale Dott Giuseppe Stillo è il primo componente, del Direttivo della Libera Associazione Italiana Medici del calcio , (LAMICA) ,a festeggiare in questa stagione 2022-2023 la vittoria del campionato di Lega Pro girone C .
Egli esprime cosi la sua felicità :
✳Un ringraziamento a tutte le componenti della Società, nella persona dell’ l’ingegnere Floriano Noto e dello staff tecnico che ci hanno  messo  nelle condizioni di poter svolgere il nostro lavoro con serenità e professionalità. Devo ringraziare infinitamente il mio staff i medici  il Dott Franco De Santis e il Dott Maurizio Caglioti, il fisioterapista Dott Bruno Berardocco e l ’osteopata Dott. Felisiano Villani con cui ho creato sinergie professionali ed umane tali da mettere a disposizione del Mister Vivarini sempre la rosa al completo . Grazie anche all’eccellente rapporto con il preparatore atletico Del Fosco abbiamo avuto pochissimi infortuni . Questo valorizza e soprattutto sottolinea come le strategie di prevenzione e cura attuate in questa stagione  oltre a permetterci sempre di ottimizzare le performance degli atleti nascono da una visione comune e dalle professionalità vincenti delle varie componenti : società , staff tecnico, staff sanitario” ✳
Quella del US Catanzaro rimane una impresa straordinaria con un percorso semplicemente impressionante: una sola sconfitta in tutto il campionato, 88 gol fatti e 13 subiti”. Complimenti a tutti in particolar modo al Dr. Giuseppe Stillo componente del Direttivo LAMICA quadriennio 2020-2024

 

 

 

WORLD ANTI-DOPING CODE INTERNATIONAL STANDARD PROHIBITED LIST -2023

“The Prohibited List” è uno standard internazionale obbligatorio nell’ambito del Programma Mondiale Antidoping. Mondiale Antidoping.
La Lista viene aggiornata annualmente a seguito di un ampio processo di consultazione facilitato dalla WADA. La data di entrata in vigore della Lista è il 1° gennaio 2023.
Il testo ufficiale della  “The Prohibited List”  sarà mantenuto dalla WADA e sarà pubblicato in inglese e francese.
In caso di conflitto tra la versione inglese e la versione francese, prevarrà la versione inglese.
Di seguito sono riportati alcuni termini utilizzati nella presente Lista delle sostanze vietate e delle sostanze proibite.

LINK The Prohibited List”  : https://digitalhub.fifa.com/m/50890f9b7c426547/original/World-Anti-Doping-Code-International-Standard-Prohibited-List-2023.pdf

FONTE : FIFA.COM

#RoDo

FONTE : FIFA.COM

L’apparato stomatognatico sottosistema posturale valutazione sportive e impiego nel settore calcistico

❌Le Interviste LAMICA : Dr. Paolo Broido
Il Dott. Paolo Broido è autore insieme a Alessandro Manelli dei libri L’odondorighello L’Odontorighello®. Il traduttore odonto-posturale, Medicina Integrata Posturale, Progettare la riabilitazione nelle sindromi miofunzionali – Piani Diagnostici Terapeutici Riabilitativi.
LA POSTURA E’CORRELATA AL SISTEMA MASTICATORIO?
La postura è una funzione particolarmente sviluppata nella specie umana, che per la sua condizione di bipede è stata costretta ad elaborare un sistema di controllo più sofisticato rispetto alle altre specie animali.
Il sistema tonico posturale ha il fine di mantenere l’equilibrio e di opporsi alla forza di gravità, sia in condizioni statiche che dinamiche, grazie a complessi meccanismi a feed-back è paragonabile ad un sistema cibernetico autoregolato e autoadattato; esso può squilibrarsi per cause svariate, innescando una serie di compensi e di adattamenti anche a distanza.
L’apparato stomatognatico è una unità anatomo – funzionale che svolge attività di masticazione, digestione, respirazione, fonazione, deglutizione e di relazione, ma deve anche essere considerato come un” sistema sensoriale di accesso ed adattamento posturale”.
E’ un sistema molto complesso per la presenza di un’innervazione affidata a ben 5 nervi cranici: trigemino, facciale, accessorio del vago, ipoglosso e glossofaringeo, nessun altro apparato presente nel nostro organismo ha un’innervazione così diversificata.
La rappresentazione somatosensiorale di questo apparato rappresenta a livello cerebrale rispettivamente il 38% nella corteccia sensitiva e il 42% nella corteccia motoria rispetto a tutto il corpo, inoltre, è il punto di unione tra vari sistemi e concatenazioni mio fasciali.
Ruolo fondamentale di controllo neuronale spetta al nervo trigemino i cui nuclei si trovano lungo il tronco cerebrale e si estendono dal midollo cervicale fino al mesencefalo, in correlazione con altre formazioni implicate nel determinismo della postura, quali i nuclei dei nervi oculo-motori, il nucleo del nervo accessorio (XI nervo cranico), il talamo, l’ipotalamo, i collicoli, e con le vie lemniscali ed extra lemniscali.
DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO?
La ricerca scientifica è sempre impegnata nella analisi della correlazione tra sistema muscolo-scheletrico e funzione o disfunzione del sistema stomatognatico, e viceversa, molti autori e ricercatori ne hanno descritto l’esistenza: Costen, nel 1934, aveva messo in relazione alcuni sintomi di pertinenza otorinolaringoiatrica con una funzione disturbata dell’articolazione temporomandibolare. Nel 1942 Brodie metteva in correlazione il sistema stomatognatico con il rachide cervicale ed il cingolo scapolare.
McCollum (1955) definì la gnatologia come: “…la scienza che tratta i meccanismi della biologia della masticazione, correlando l’anatomia, la fisiologia, la patologia e la terapia delle affezioni delle mascelle e denti e le relazioni vitali fra queste strutture ed il resto del corpo”.
Nel ’60 Robinson considerò le relazioni esistenti fra postura del capo e funzione dell’apparato stomatognatico, mediante una ricerca sull’attività elettrica dei muscoli masticatori, e la loro variazione in base al variare della posizione del capo.
Da Cunha, nel 1987, definì la “sindrome algico – posturale” con un quadro clinico, caratterizzato da sofferenza dell’apparato locomotore (patologie muscolo-tendinee, articolari ed ossee), considerando l’apparato dentale uno dei responsabili delle patologie posturali discendenti.
Alla fine degli anni ’90, Gagey e Bricot , fondatori delle più importanti scuole di posturologia francese, legittimarono le correlazioni tra sistema stomatognatico e postura
L’ Istituto di Scienza dello Sport (C.O.N.I.) – Dipartimento di Fisiologia e Biomeccanica (2008) nell’ambito dei disordini cranio mandibolari definisce l’occlusione come “il rapporto sia statico che dinamico tra elementi di due arcate dentarie antagoniste” e la considera uno dei principali fattori eziologici delle sindromi algico-posturali.
Sono numerosi i lavori sperimentali pubblicati che mettono in relazione occlusione e postura (McNamara, Dale, Gelb, Hanson, Gagey, Delaire, Bricot, Tolu) e dalla revisione della letteratura scientifica molti autori conclusero che risulta evidente una correlazione tra disgnazie e modificazioni della postura corporea.
L’APPARATO STOMATOGNATICO PUO’ INFLUIRE SULLA PERFORMANCE SPORTIVA?
L’ apparato dentale nell’ambito delle varie discipline sportive è da sempre legato alla traumatologia, tanto che il distretto cranio mandibolare occupa il terzo posto nella frequenza clinica degli incidenti, dopo gli arti inferiori e superiori.
Esistono sport ad alto rischio generico, ad esempio il motociclismo e lo sci, e ad alto rischio specifico del distretto facciale come il pugilato, il rugby, il basket, la pallanuoto ed il calcio.
L’odontoiatria, quindi, ha sempre concentrato l’attenzione alle problematiche di prevenzione e/o protezione diretta al trauma e alle ripercussioni medico legali di tali danni.
Dunque gli sportivi utilizzavano apparecchi intraorali con il solo obbiettivo di protezione dai traumi.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica e le valutazioni cliniche delle frequenti associazioni tra alterazioni dento – maxillo – facciali, equilibrio posturale e apparato muscolo scheletrico, hanno destato l’attenzione in campo sportivo nazionale ed internazionale, non più solo per le problematiche sopracitate, ma al fine di migliorare la performance agonistica e ridurre al minimo i rischi di infortuni e squilibri muscolari.
COME AGISCE IL SISTEMA MASTICATORIO SUL MIGLIORAMENTO PRESTAZIONALE?
Le afferenze trigeminali hanno effetti sulle prestazioni cognitive e sull’attività cerebrale.
I segnali del trigemino potenziati dalla masticazione migliorano la vigilanza, l’attenzione ed aumentano la velocità dei processi cognitivi.
La masticazione agisce sullo stress, sull’allerta e sulla cognizione. Uno studio del 2008, condotto dal ricercatore australiano Andrew Scholey, ha dimostrato che masticare chewing gum riduce lo stress, allenta la tensione, aumenta la concentrazione e diminuisce i livelli di cortisolo salivare, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali in situazioni di stress, pari al 16%.
La masticazione induce una diminuzione significativa nei tempi di reazione a stimoli sensoriali e nella latenza dei potenziali evocati dalle operazioni cognitive indotte da tali stimoli.
Fa aumentare il flusso ematico e la prestazione durante compiti cognitivi.
Il circuito neurofisiologico legato all’occlusione induce risposte trigemino-cervicali con contrazione dei muscoli sternocleidomastoideo e trapezio che si osserva in risposta ad una massima contrazione volontaria del massetere e risposte trigemino-spinali con l’attivazione del bicipite brachiale.
Importanti dal punto di vista sportivo sono i riflessi trigemino vagali, in particolare il riflesso trigemino-cardiaco che induce bradicardia, ipotensione, apnea, ipermobilita’ gastrica, e il riflesso trigemino – respiratorio con riduzione frequenza cardio-polmonare e aumento pressorio.
COME AFFRONTARE E GESTIRE UNO SPORTIVO IN QUESTA VISIONE STOMATO- POSTURALE?
In questa visione olistica della gestione dello sportivo professionista, ma anche del semplice sportivo amatoriale, il medico – odontoiatra deve essere inserito con altri professionisti come il fisiatra, il fisioterapista, il neurologo, lo psicologo, il tecnico di posturometria, il preparatore atletico ed il medico sportivo al fine di avere una valutazione multidisciplinare.
L’approfondimento dei meccanismi di interrelazione tra apparato stomatognatico e sistema neuromuscolare è necessario venga effettuato in ambito fisiologico e non patologico, cioè nel soggetto sano, al fine di valutare quanto gli squilibri o le alterazioni della funzione masticatoria possano interagire nel controllo dell’equilibrio e nello svolgimento dell’atto motorio.
Numerosi campioni hanno utilizzato ausilii intraorali a questo scopo, tanto per citarne alcuni Alberto Tomba e Deborah Compagnoni, campioni mondiali di sci negli anni novanta, i fratelli Abbagnale campioni olimpionici di canottaggio e numerosi calciatori.
Grande scalpore ha suscitato la notizia su un famoso quotidiano spagnolo delle dichiarazioni di Cristiano Ronaldo che adottava un bite intraorale per migliorare le prestazioni sportive.Il caso del mancato contratto di acquisti di Cissokho al Milan, Leonardo Spinazzola e Luis Alberto sono altri esempi di calciatori che hanno beneficiato di dispositivi intraorali per migliorare le condizioni psico-fisiche.
IN CHE MODO IL SISTEMA MASCTICATORIO SI RELAZIONA ALL’ATTO SPORTIVO?
E’ indispensabile una coordinazione tra postura e movimento per permettere la realizzazione di un atto motorio complesso.
Per ottenere la massima forza muscolare e precisione nell’atto motorio il soggetto ricerca varie posizioni mandibolari, in quanto la mandibola deve essere stabilizzata per quello specifico atto ed in quella specifica posizione che garantisce il migliore equilibrio posturale indispensabile per l’esecuzione del gesto tecnico-atletico ottimale.
Questo collegamento fa si che lo squilibrio di un distretto raramente rimanga circoscritto, ma spesso possa trasmettersi a quelli confinanti e quindi a tutto il sistema mio-fasciale. Una disfunzione del sistema stomatognatico può determinare uno squilibrio posturale in senso discendente e generare compensi al fine di ripristinare l’equilibrio corporeo, ma l’affaticamento muscolare che tale accomodamento biologico finisce per agire negativamente sulle prestazioni e comporta continue richieste di ulteriori accomodamenti alla nuova postura di compromesso.
CHE TIPO DI METODOLOGIA UTILIZZARE PER VALUTARE UNO SCOMPENSO POSTURALE CAUSATO DAL SISTEMA STOMATOLOGICO?
La medicina integrata posturale “MIP” conferisce un apporto scientifico e una visione prognostica alla valutazione posturale, non limitandosi all’ osservazione. Questo codice di lettura è rappresentato dalla osservazione clinica e strumentale del “tono” e dalla ricerca della “omeostasi” muscolare che porta a minore energia spesa e quindi minore stress nel movimento della propria postura. Propone un filo guida comune per tutti gli operatori che si occupano di sindromi posturali.
Alla luce di queste considerazioni la valutazione del sistema stomatognatico deve essere considerata in tutte le sue principali componenti: articolazione temporo – mandibolare, muscolatura masticatoria ed occlusione dentale, quest’ultima considerata sia nella sua fase statica che dinamica. La valutazione di questi parametri specialistici dovrebbe essere inoltre di facile interpretazione ed oggettivazione da parte di tutti gli specialisti della riabilitazione.
Le sindromi stomatognatiche di interferenza posturale vengono classificate secondo le componenti disfunzionali in: sindrome algico disfunzionale, sindromi occluso posturali, sindrome glosso posturale, sindromi parafunzionali vengono considerate attraverso algoritmi diagnostico terapeutici oggettivabili clinicamente e strumentalmente. Il test clinico dirimente è il riflesso trigemino -cervico-spinale, la prova posturodinamica applicata alla clinica da studi di cinematica rachidea descritti da Lowett nei primi del 900 e sviluppati da Kapandji-Fryette negli anni 80’ e da Villeneuve. La metodica si completa con protocolli terapeutici -riabilitativi personalizzabili.
LA VALUTAZIONE DELLO SPORTIVO COME SI ARTICOLA?
Le valutazioni posturali vengono articolate in equipe multidisciplinare sia dal punto di vista clinico che strumentale.
Nello specifico settore odontoposturale, la clinica e la semeiotica non devono prescindere dalle valutazioni della fisiologicità del sistema.
L’odontorighello (OR) può venire considerato un ausilio diagnostico semplice, oggettivo e di bassissimo costo, complementare agli altri strumenti di valutazione posturale per avvalorare una diagnosi nella sua completezza.
Si utilizza un algoritmo diagnostico di ricerca della minima dimensione verticale del terzo inferiore del viso ricercando l’omeostasi muscolare in ogni distretto muscolo-scheletrico. Si escludono interferenze mio-funzionali e parafunzionali del sistema masticatorio.
Individuate le eventuali disfunzioni clinicamente si procede all’analisi strumentale: utilizziamo analisi occlusale computerizzata con t-scan e impronta digitale intercuspidale per passare all’analisi della mobilità rachidea attraverso goniometria digitale statica e dinamica.
Podoscopia e pedana stabilometrica vengono impiegate routinariamente e per avvalorare i compensi posturali discendenti.
Fondamentale l’analisi del passo: nello specifico settore calcistico vengono impiegate le solette baropodometriche sia in statica che in dinamica.
Si verificano i parametri direttamente sul terreno di gioco sia con calzature da allenamento che da gara e durante l’atto atletico.
Utilizzate anche nei portieri durante le fasi di spinta, di stacco e di reazione
Si eseguono test di stretching mandibolare passivo submassimale per 10 minuti tra i denti incisivi superiori e inferiori, segue monitoraggio dei parametri cardio-circolatori trigemino influenzati: pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione arteriosa.
Le valutazioni clinico-strumentali vergono eseguire anche dopo l’applicazione, se necessaria, di ortesi occlusali: byte plane o splint occlusali.
La scelta terapeutica gnatologica è guidata da algoritmi metodologici oggettivabili, olisticamente condivisi e monitorati durante le fasi di preparazione, con particolare attenzione al miglioramento delle capacità coordinative e di movimento, utilizzando test specifici come ad esempio: test di sprint, test del salto, test coordinativi, test di destrezza e test di reattività.
Dott. Paolo Broido, laureato in medicina e chirurgia nel 1990, perfezionato in terapia funzionale delle disgnazie presso l’università degli studi di Pavia e in presidi terapeutici per un ottimale risultato ortognatodontico presso l’università degli studi di Milano. Diploma di medico-dentista presso la confederazione svizzera in data 2011. Libero professionista a Luino (Varese). Socio fondatore dell’associazione “Aequabilitas, scienza e cultura del movimento”.
Abilitato alla tecnica ortodontica “invisalign” e “clear-step”.
Perfezionato nelle tecniche laser assistite.