L’anca nello sportivo a tutto campo

Il 27 ed il 28 aprile scorso ad Alba, presso il Centro Riabilitativo Ferrero si è svolto il congresso

  • 40 relatori di elevato spessore scientifico e professionale
  • 95 partecipanti iscritti tra fisiatri, ortopedici, medici dello sport, reumatologi,radiologi e fisioterapisti provenienti da diverse regioni d’Italia
  • 8 sessioni scientifiche
  • 3 work-shop teorico-pratici
  • 2 letture magistrali

Il format multidisciplinare e multi – vision del congresso è stato del tutto originale ed ha costituito la formula vincente dell’evento. Nel panorama scientifico nazionale e internazionale, è stato il primo evento scientifico monotematico sulla patologia artrosica e degenerativa dell’anca nello sportivo, in occasione del quale si sono alternati relatori di diverse estrazioni specialistiche e professionali (ortopedici, reumatologi, medici dello sport, fisiatri e fisioterapisiti, radiologi ed anche l’anatomo patologo, un podoiatra ed un posturologo) confrontandosi su temi diversi tutti inerenti al tema del congresso Lo spirito promotore è stato proprio quello di mettere al confronto esperienze e competenze diverse per trattare una patologia che forse troppo diffusamente è risolta in modo semplicistico soltanto con la terapia conservativa infiltrativa con acido ialuronico o con cortisone. Talvolta si attende oltremodo, fino a quando la degenerazione articolare raggiunge gli stadi più avanzati, per provvedere alla fine con l’impianto di una protesi totale dell’anca. Se nel sedentario e nell’anziano questa è la routine, nel soggetto di mezza età praticante ancora uno sport in modo attivo, l’artrosi dell’anca può rivelarsi un limite allo stile di vita ed al desiderio di continuare piacevolmente la propria attività, fosse anche a livello amatoriale. I relatori convenuti si sono cosi confrontati su argomenti diversi, tutti inerenti al tema del congresso, alcuni dei quali insolitamente trattati nei comuni convegni mono – specialistici sull’anca ( p.e. biomeccanica, anatomia patologica, postura, prevenzione, relazione tra patologia dell’anca con patologie del piede, del ginocchio e della colonna, trattamento riabilitativo mirato, nuove proposte all’Istituto Superiore di sanità per le linee guida nazionali della terapia infilitrativa intrarticolare con acidi ialuronici nell’anca, nuove proposte di trattamento e prospettive nell’ambito della terapia rigenerativa). Un’importanza particolare è stata rivolta anche alla terapia riabilitativa, al recupero funzionale ed all’adeguata preparazione per il ritorno allo sport. Capitoli difficili, dei quali ancora non tutti ne colgono l’importanza e pertanto non del tutto diffusi E’ stato possibile comprendere come ciascuno specialista debba imparare anche dalle altre specialità competenze ed aspetti che fino ad oggi non aveva mai tenuto in considerazione, pur trattando la stessa patologia Soltanto una visone multidisciplinare può favorire un razionale ed un approccio con orizzonti più allargati nei confronti della patologia osteoartrosica dell’anca del soggetto ancora giovane – adulto praticante sport, mirando ad orientare e trattare il paziente in maniera ottimale L’entusiasmo e la passione sorta tra i relatori ha convinto tutti al progetto ambizioso di una prossima edizione nel 2019, con invitati e partecipanti internazionali.

Momento della discussione dei lavori durante il Congresso di alba
Momento della discussione dei lavori durante il Congresso di alba
U. Zoppi e P. Tamburrino concentrati nel seguire i lavori del Congresso
U. Zoppi e P. Tamburrino concentrati nel seguire i lavori del Congresso
G. Rando e V. Rosso Presidenti del Congresso
G. Rando e V. Rosso Presidenti del Congresso
F. Tencone durante la presentazione della relazione
F. Tencone durante la presentazione della relazione

Sintesi dei lavori

Nella prima sessione dal titolo “Cio’ che bisogna ricordare” e moderata da V. ROSSO, in apertura S. DE ROBERTO ha fatto una dettagliata e ricca disamina introduttiva sull’anatomia e sulla fisiologia. G. RANDO nel trattare gli aspetti della biomeccanica dell’anca, ha posto particolare riguardo ai sovraccarichi articolari funzionali, alle sinergie ed ai possibili squilibri muscolari. F. FRAIRE ha esposto gli aspetti anatomo-patologici con particolare riferimento alle alterazioni della capsula articolare, definendo questa un’unità anatomo-funzionale dotata di importanti e complesse funzioni. Interessanti anche le sue implicazioni e le correlazioni con la coxartrosi ed il riferimento al riempimento della capsula e la pressione endoarticolare. Infine F. TENCONE ha presentato l’epidemiologia delle patologie dell’anca nello sport, l’incidenza della patologia dell’anca nella letteratura sportiva più recente. Il relatore si è soffermato quindi sull’importanza della visita, sull’approfondimento dell’anamnesi e sulla corretta valutazione clinico – funzionale.

Nella seconda sessione: “Relazioni tra patologie dell’anca ed altre patologie dell’apparato locomotore“, moderata da U. Zoppi e da F. Fanton, è stata la volta di L. AVAGNINA con la presentazione delle relazioni tra alterazioni dell’appoggio plantare e le patologie del piede e le conseguenze a carico dell’anca. Ha esposto anche i metodi e gli strumenti per la valutazione funzionale e strumentale ed ha concluso con Il trattamento ortesico e posturale. V. ROSSO ha esposto le relazioni tra patologia delle colonna, pelvi ed anca. Ha fatto riferimento ai rapporti posturali statici e dinamici ed alla necessità di effettuare un approccio completo del paziente cercando di guardare oltre le proprie competenze. Ancora L. AVAGNINA ha presentato le relazioni tra le patologie del piede e le patologie torsionali del ginocchio e dell’anca proponendo le corrette modalità diagnostiche e strumentali ed i possibili trattamenti.

La terza sessione, è stata caratterizzata da argomenti relativi allo sport sul campo. Moderata da S. CRIMALDI e da G.P. GANZIT, ha avuto luogo un’interessante ed appassionata tavola rotonda sul tema: “Implicazioni biomeccaniche e posturali degli sport nella genesi dell’osteoartrosi dell’anca“.
M. QUERCIO, F. FANTON hanno trattato la patologia da sovraccarico e traumatica nell’anca rispettivamente nel football americano, nelle arti marziali e nella lotta. In tali sport l’anca è particolarmente sollecitata per cui la condizione atletica deve essere adeguata Hanno enfatizzato l’importanza della prevenzione con il controllo dei gesti e degli automatismi in allenamento, soprattutto in atleti a rischio di patologie croniche dell’anca I relatori hanno ancora raccomandato come adattamenti e squilibri da sovraccarico vadano monitorati e trattati prima di somministrare ulteriori carichi di lavoro F. FANTON nel soffermarsi sulla prevenzione, ha auspicato l’adozione di linee guida per le attività giovanili e per favorire il loro sviluppo armonico. Ha evidenziato l’importanza del disagio nutrizionale, dell’emotività e dell’esigenza dell’ascolto. Nel raccomandare l’osservazione specialistica multidisciplinare ha proposto la creazione di una rete di professionisti intorno all’atleta. Ha presentato, in conclusione, un progetto relativo alla creazione di una libretto elettronico dell’atleta per il monitoraggio degli infortuni. R. D’ONOFRIO ha affrontato un’analisi particolareggiata del complesso lumbo-pelvico quale project manager della gestualità tecnica del movimento del calciatore. In particolare ha tracciato l’importanza della pelvic dynamic instability e degli squilibri muscolari nelle fasi della corsa, nella gestualità torsionale, in relazione alle asimmetrie ed alla fatica come possibili cause delle patologie dell’anca e del bacino. G.RANDO ha concluso con gli aspetti biomeccanici della deambulazione, della corsa e del salto. Ha fatto una rassegna dei diversi ruoli e delle sinergie muscolari dell’arto inferiore, del bacino, del tronco e degli arti superiori. Ha enfatizzato i sovraccarichi fisiologici a carico dell’anca nell’ambito dei diversi gesti e quelli patologici correlati a posture errate, a compensi scorretti e allenamenti inappropriati o inadeguati.

La quarta sessione, moderata da G. RANDO e da S.TORMENTA, sulle “Patologie extrarticolari dell’anca” è stata aperta dalla relazione di V. ROSSO sull’anca a scatto e le sue correlazioni alla pratica sportiva. Il relatore ha enfatizzato i possibili provvedimenti preventivi e le scelte terapeutiche conservative rimandando a pochi casi l’indicazione al trattamento chirurgico. E’ seguita la relazione di M. SBARBARO sulle alterazioni funzionali come possibili cause dei processi degenerativi e delle alterazioni del sistema posturale. Dalla sua analisi è emerso che occorre analizzare la sofferenza prima che questa diventi patologia conclamata. Il relatore ha concluso affermando che un corretto approccio alle problematiche dell’anca è imprescindibile il lavoro di squadra di diversi specialisti con diversi punti di vista ed offrire al paziente il più ampio spettro di possibilità di intervento. A.MUDA ha chiuso la sessione con una relazione in connubio con E. SILVESTRI sull’imaging US ed RMN delle lesioni muscolari. Riguardo alle tendinopatie inserzionali dell’anca si è soffermato con una esposizione ampia ed esauriente in particolare riguardo alle cosiddette sindromi dolorose dell’anca e alla necessità di effettuare una corretta diagnosi onde scegliere la terapia più appropriata ed orientare i pazienti.

Nella quinta sessione, moderata da A. MUDA e da V. ROSSO, su “Attualità sull’impingement femoroacetabolare“, S.TORMENTA ha esordito spiegando come il conflitto femoro-acetabolare sia una incongruenza articolare tra femore ed acetabolo con etiopatogenesi multifattoriale. Ha posto l’importanza su come i segni caratteristici radiologici e le alterazioni morfologiche visualizzabili con l’Artro RM devono essere accompagnati dalla specifica sintomatologia clinica. Ha enfatizzato l’importanza del ruolo dell’imaging ecografico come guida dell’esame artro RM e della terapia intra-articolare. Il relatore ha concluso raccomandando l’impiego fondamentale dell’imaging nel follow-up, soprattutto dopo l’artroscopia, per monitorare l’eventuale insorgenza di un’osteoartrosi precoce. R. FACELLO ha trattato un argomento fondamentale e molto innovativo nell’ambito della prevenzione e del trattamento conservativo del conflitto femoro-acetabolare. In particolare ha presentato l’esperienza del gruppo di Alba nell’ambito della riabilitazione personalizzata in associazione alla terapia infiltrativa dell’anca. Prima ha enfatizzato l’importanza della sensibilizzazione dei più giovani nei riguardi della prevenzione. Poi, partendo dall’indispensabile valutazione globale del paziente, con particolare riferimento all’anamensi, alla postura, ai compensi ed alle asimmetrie, ha descritto e mostrato nel dettaglio le basi di un protocollo fisiochinesiterapico specifico per ciascun paziente, dopo un’ adeguata presa di coscienza da parte di questo. A. APRATO dopo aver fatto chiarezza riguardo alla differenza tra la sindrome ed il conflitto femoroacetabolare, ha delineato le caratteristiche del paziente ideale per l’indicazione chirurgica artroscopica del conflitto. Ha affermato che il timing per l’intervento dovrebbe essere quello di 6 mesi dopo un trattamento conservativo concluso in modo fallimentare. Ha esposto quindi le tecniche chirurgiche adottate riportando un indice di soddisfazione medio dei pazienti operati dell’81%, alcuni dei quali con una buona ripresa dell’attività sportiva abituale prima di essere protesizzati dopo 5 anni. Ha infine ribadito l’importanza della terapia riabilitativa ed della terapia infiltrativa anche nel follow up dopo l’atto chirurgico artroscopico.

La sesta sessione moderata da G. MASSAZZA e da P.TAMBURRINO, è stata caratterizzata da una tavola rotonda multidisciplinare sul tema “Coxartrosi. Il trattamento conservativo “Aprendo il numeroso avvicendamento di specialisti diversi, A. MIGLIORE ha trattato le evidenze attuali relative alla terapia infiltrativa intrarticolare con acido ialuronico ed, in particolare, ha fatto riferimento ai rapporti di questa con il prolungamento dei tempi di protesizzazione. Riguardo alle prospettive future ha fatto cenno alla terapia rigenerativa intrarticolare con il PRP e con le cellule staminali. V. SANTILLI ha proseguito enunciando le diverse scelte terapeutiche infiltrative intrarticolari nell’osteoartrosi. Ha descritto i diversi tipi di acidi ialuronici, distinti per generazioni. Ha fatto riferimento alle posologie ed ai protocolli di trattamento. Ha citato le linee guida internazionali più accreditate. Ha esposto il lavoro condotto nell’ambito di una consensus conference multicentrica nell’ambito della quale oltre cento specialisti si sono espressi in merito alla terapia infiltrativa. Ha anche fatto riferimento alle future necessità di redigere delle specifiche linee guida per la terapia infiltrativa intrarticolare dell’anca. Infine ha citato l’esperienza dell’Università La Sapienza di Roma utilizzando la gait analysis per la valutazione dei pazienti trattati con la terapia infiltrativa intrarticolare con acido ialuronico. S. CRIMALDI ha presentato un’esperienza effettuata con pazienti affetti da coxartrosi e trattati con terapia infiltrativa intrarticolare con l’acido ialuronico. In particolare, ha esposto i risultati di uno studio relativo alle modificazioni degli indici morfometrici, cinematici e cinetici mediante la dinamometria statica e dinamica e la 3D gait analysis in sterofotogrammetria prima dell’infiltrazione, subito dopo l’infiltrazione e 3 mesi dopo la terapia con acido ialuronico. G. D’AVOLA è entrato a fondo nel merito della terapia infiltrativa intrarticolare con il PRP e con i filtrati del grasso. Ha riportato le evidenze relative a tali trattamenti ed ha riferito in particolare dei risultati della propria esperienza nell’ambito della medicina rigenerativa in patologia osteoarticolare con l’utilizzo degli emoderivati da autodonazione e con le cellule staminali. R. GIORGI ha fatto un’esposizione dei farmaci diffusamente prescritti per il trattamento della coxartrosi specificandone gli effetti collaterali e le controindicazioni. Ha fatto riferimento anche agli integratori ed, in ultimo, ha citato le nuove prospettive farmacologiche (Inibitori dell’osteogenesi, dell’ipertrofia e dell’ossificazione, gli inibitori delle citochine proinfiammatorie, gli inibitori della degradazione della matrice, gli inibitori dell’apoptosi, gli inibitori del TGF-beta e del recettore ) R. LA FAUCI ha fatto un focus sull’osteonecrosi dell’anca dall’epidemiologia, alla fisiopatologia, ai fattori predisponenti, alla clinica ed alla diagnostica. In ordine al trattamento, dopo aver esposto le diverse scelte terapeutiche, è entrata nel merito del razionale della terapia con le onde d’urto e dei relativi risultati citati in letteratura. G. BONI ha fatto una rassegna delle diverse sostanze medicamentose dopanti e dei metodi proibiti secondo la World Anti-Doping Agency. E’ entrato poi nel merito degli aspetti regolamentatori e normativi delle varie terapie infiltrative intrarticolari ( steroidi, PRP, proloterapia, acido ialuronico, ozono ) ed ha fatto anche riferimento ai possibili dubbi relativi alla tempistica ottimale tra un trattamento infiltrativo di viscosupplementazione e la competizione. G. RANDO ha esposto l’esperienza nell’ambito della terapia infiltrativa con un acido ialuronico a struttura reticolare in un gruppo di sportivi di mezza età praticanti vari tipi di sport ed affetti da coxartrosi. Le peculiarità del percorso terapeutico sono state caratterizzate dalla formulazione di cicli di trattamento personalizzati, dell’associazione con l’esercizio e con la fisiochinesiterapia anche questa mirata, secondo le caratteristiche e le esigenze di ciascun paziente, dal follow up con schede di valutazione specifiche e con l’esame RMN. F. CHIACCHIO e R. PASTORINO hanno presentato la proposta di un grading RMN della coxartrosi. Hanno fatto riferimento all’esperienza condotta con G. RANDO in un gruppo campione di pazienti trattati con la terapia infiltrativa intrarticolare con acido ialuronico. In tali soggetti, tramite l’esame rmn, hanno valutato gli score riguardanti parametri articolari diversi, oltre quello dello studio della cartilagine. I relatori hanno messo in luce: la correlazione dei risultati rmn con il grading-Rx, un maggiore correlazione con il quadro clinico-obiettivo e “reale-artroscopico”, l’utilizzo dell ‘analisi topografica dettagliata della patologia, la possibilità di una stadiazione globale del danno muscoloscheletrico, la possibilità di eseguire follow-up RM nei trattamenti non chirurgici della coxartrosi.

Non poteva mancare l’argomento delle “Scale di valutazione, di misura ed indicatori di risultato “trattato nella settima sessione, moderata da S. CRIMALDI e G. RANDO. F. FRANZÈ ha illustrato un ampio elenco delle scale internazionali più diffuse ed accreditate, in lingua originale e nella versione italiana validata, che vengono adottate nel trattamento conservativo, nel pre e post intervento di protesizzazione. Il relatore dopo averne descritto le caratteristiche specifiche e l’utilità di ciascuna, ha concluso raccomandando l’uso delle scale sia al momento dell’approccio con il paziente, sia nel follow up. A. CALISTRI ha trattato a tal proposito una relazione sull’adozione della scala UCLA nei pazienti sottoposti a protesi d’anca di rivestimento. Il relatore ha riportato la sua esperienza dopo l’adattamento cross – culturale in lingua italiana della suddetta scala UCLA rilevandone i vantaggi e l’introduzione tra le altre scale ordinariamente adottate in cartella clinica.

L’ottava sessione relativa sul tema: “Coxartrosi. Quali scelte per il trattamento chirurgico. Quale ritorno in campo?”, è stata moderata da P.ROSSI e da P.TAMBURRINO. Essa è stata aperta con gli interventi di R. ROSSI e di A. CALISTRI sugli aspetti chirurgici. R. ROSSI dopo aver introdotto il grave problema delle lussazione protesiche d’anca, spesso ricorrente in funzione del tipo utilizzato, ha fatto una disamina sulle scelte delle vie di accesso e sulle innovazioni nell’ambito della tecnologia, della biomeccanica e dei materiali delle protesi, dei biomateriali e sulla loro durata. Interesse ha destato A. CALISTRI trattando il ritorno in campo dopo l’impianto di una protesi di rivestimento e la sopravvivenza della protesi stessa alla ripresa dell’attività sportiva abituale. In una seconda relazione il relatore ha esposto lo studio originale relativo alla riorganizzazione corticale ed alla connettività delle aree cerebrali rllevando specifici parametri di neuroimaging rmn in pazienti affetti da coxartrosi. Al riguardo, ha menzionato anche le relazioni con il dolore e l’umore. Nel riportare i dati pre- e post – intervento ha ipotizzato anche la possibilità di individuare un timing ottimale per l’intervento di protesizzazione. La relazione di G. MASSAZZA sulla riabilitazione post chirurgica ha tracciato prima il percorso secondo la filosofia del fast track. Poi ha esposto l’argomento sulla base di un trattamento ludico-cognitivo-motoriosensoriale. Nella fattispecie ha proposto l’action observation training quale approccio innovativo ed efficace sia per la componente esecutiva che per quella posturale del movimento. R. CORINO, nell’ambito dei programmi post riabilitativi per il ritorno in campo è tornato sulle nuove tecnologie, sull’importanza del coaching e dell’empatia con il paziente A.CHIEY è intervenuto con una relazione sulla ripresa dell’attività sportiva dopo la protesizzazione dell’anca dal punto di vista medico-sportivo. Ha esordito citando intanto i fattori che influenzano il ritorno allo sport dopo una protesizzazione d’anca Ha affermato la tendenza generale a scegliere un’attività a minor impatto. Ha esposto i rischi, le criticità dell’attività fisica intensa e frequente ed ancora, le variazioni di carico secondo le peculiarità di ciascuna disciplina sportiva. In conclusione ha fatto una rassegna della classificazione delle attività sportive per i portatori di PTA in base alle al carico ed alle sollecitazioni articolari, in base al parere delle società scientifiche ed ha elencato i criteri di valutazione e requisiti per l’idoneità sportiva. Ha esposto le indicazioni medico – sportive relative alle attività permesse, a quelle consigliate, a quelle sconsigliate e non permesse. I discussant sono stati vivaci protagonisti delle rispettive sessioni, alle quali sono stati assegnati ed abbinati rispettando sempre il principio della multidisciplinarità. Essi hanno gestito la prevalenza delle sessioni alimentando interesse da parte dell’uditorio e stimolando le domande ed il confronto tra i relatori stessi.

Il programma ha previsto anche lo svolgimento di due letture sulla terapia medica nella patologia infiammatoria cronica e nell’algodistrofia dell’anca. In particolare: S. ROSINI: Nella sua relazione ha affermato in sintesi che Il clodronato è stato uno dei primi bisfosfonati ad essere sviluppato, ma possiede caratteristiche che lo distinguono da tutti gli altri della stessa classe grazie a particolari e specifiche attività anti-infiammatoria e analgesica centrale e periferica associata ad un elevato grado di tollerabilità che ne hanno consentito un uso anche in patologie croniche legate a processi infiammatori C. CISARI: Ha invece esordito chiarendo che bisogna essere molto cauti nell’utilizzo del termine ”algodistrofia d’anca”. Di solito si tratta di un’immagine RM di “edema osseo” presente in vari quadri clinici Nella diagnosi differenziale della coxalgia accompagnata da un quadro RM di edema osseo, dobbiamo escludere una forma di osteoporosi transitoria d’anca o di osteoporosi regionale migrante e forme secondarie ad altre patologie. In questi casi un ruolo importante nella terapia può essere svolto dall’uso dei bifosfonati e in particolare dal neridronato e.v Tra i pezzi forti dell’evento si annoverano i tre workshop organizzati. In particolare il primo, condotto da S. De Roberto, R. La Fauci, A. Muda, G. Rando, sulle patologie articolari per le quali viene posta l’indicazione alla terapia infilitrativa, sulle indicazioni, il ruolo ed il razionale della terapia infiltrativa intrarticolare, sulle diverse scelte terapeutiche, sugli aspetti medico legali e sul consenso informato. Nella parte pratica sulle tecniche infiltrative intrarticolari eco guidate i partecipanti hanno potuto seguire le diverse modalità di approccio e provarle direttamente in ciascuna delle tre postazioni appositamente preparate. Il secondo workshop, condotto da M. Costa, R. Facello, A. Fiorentini, M.P. Gongora Pinilla e M. Martina, ha avuto inizio con un’introduzione teorica sulla fisiologia articolare e la biomeccanica dell’anca, sulla genesi del conflitto femoro – acetabolare, sulla genesi della degenerazione articolare dell’anca, sulla prevenzione e sulla valutazione del paziente. Poi, è proseguito con la dimostrazione pratica e con l’esecuzione a gruppi da parte dei partecipanti di esercizi motori e posturali, stretching, core stabilization, equilibrio e potenziamento muscolare Il terzo, condotto da R. Corino, si è caratterizzato per la dimostrazione pratica delle tecnologie innovative per il recupero funzionale, il ricondizionamento atletico ed il ritorno in campo dopo la protesizzazione dell’anca